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Nella cornice del Comicon Napoli 2025, che si è tenuto lo scorso week end, oltre al leggendario Yuji Horii (qui la mia intervista con il Maestro) ho avuto l’occasione di fare quattro chiacchiere anche con uno dei mangaka più rinomati degli ultimi anni, con la mia intervista a Boichi.

Intervista a Boichi | Il mangaka coreano con il sorriso sempre in volto

Quest’anno tra gli ospiti del Comicon Napoli 2025 grande spazio è stato dato a quella che viene definita la nona arte, ovvero quella del fumetto. E tra artisti italiani, americani e giapponesi, uno degli ospiti più attesi era in realtà un mangaka coreano, che ha fatto fortuna in Giappone con il suo stile unico nella creazione di mondi e personaggi: il Maestro Boichi.

Per chi non lo conoscesse, Boichi, il cui vero nome è Mujik Park, è un mangaka sudcoreano conosciuto principalmente per opere del calibro di Sun Ken Rock, Terra Formars e soprattutto Dr. Stone. Il Sensei era presente a Napoli per presentare la sua nuova opera, ovvero Super String: Marco Polo’s Travel to Multiverse.

Le domande: Dal manwha coreano alla volontà di rendere internazionale il manga

Boichi non è solo un artista incredibile, ma si è dimostrato essere prima di tutto una persona buona, allegra, dal cuore grande e l’entusiasmo contagioso. Il Maestro aveva sempre il sorriso stampato in faccia, ed era felicissimo di rispondere alle nostre domande e condividere le sue esperienze con noi.

In un clima rilassato e molto piacevole ci siamo quindi apprestati a porre le nostre domande all’autore, che più di una volta ci ha sorpreso con le sue risposte, che andavano ben oltre il solo contenuto della domanda.

Boichi-San, qual’è il suo approccio al disegno? Preferisce disegnare in digitale o utilizzare carta, penna, e gli strumenti tradizionali?

In realtà in passato ho disegnato quasi sempre in analogico, con matite, inchiostro e tavole di carta, fino all’arrivo del covid. Con la pandemia per forza di cose era difficile rifornirsi e allora ho iniziato ad usare il tablet per disegnare. Adesso disegno principalmente in digitale con un tablet Wacom, e mi trovo molto bene grazie ai vantaggi di poter facilmente modificare le mie tavole.

Quali sono i suoi artisti preferiti? Da cosa prende ispirazione per le sue opere?

Ci sono moltissimi artisti che ammiro molto e che trovo bravissimi, uno di essi è attualmente ospite di questo festival, il Maestro Shinichi Sakamoto. Poi ovviamente ci sono i grandi del manga, come (Eichiro) Oda-San, e sono contentissimo di aver potuto collaborare ad un opera così importante come One Piece. L’ispirazione per le mie opere viene però principalmente dalla mia vita personale e dalle esperienze che ho fatto.

Ad esempio, per Dr. Stone, ho utilizzato i miei studi tecnici (Boichi-San è laureato in fisica) mentre per The Marshal King ho utilizzato lo stile spaghetti western per adattarmi meglio ai temi dell’opera. Mentre disegnavo inoltre ascoltavo le colonne sonore di Ennio Morricone per entrare ancora più in sintonia con la sua storia e la sua atmosfera.

Come ha appena accettato, oltre ad opere completamente originali, ha fatto alcune collaborazioni con artisti molti importanti. Preferisce utilizzare il suo stile personale o illustrare storie scritte da altri autori?

Ovviamente sono felicissimo quando posso lavorare ad opere totalmente mie al 100%, ma mi diverte molto anche adattare il mio stile al creatore originale della storia. E anche quando si tratta di collaborazioni in realtà non è sempre uguale; ad esempio poter usare il mio stile personale per lo spinoff di Dr. Stone (Byakuya) è stato molto soddisfacente, dato che nell’opera originale mi ero adattato a quello dello sceneggiatore.

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Una tavola del primo volume di Marco Polo.
Parlando di Super String: Marco Polo’s Travel to Multiverse, la sua ultima opera, che approccio ha usato nella creazione dei personaggi e del suo particolare universo composto da diverse dimensioni?

Marco Polo fa parte dell’universo narrativo Super String di YLAB (studio sudcoreano che si occupa principalmente di webtoon) e mi sono quindi dovuto in qualche modo adattare al suo stile e alle sue regole, così che questa storia fosse coesa con le altre e gli eroi che ne fanno parte. La particolarità di quest’opera è che fonde in un unico prodotto webtoon e manga.

Infatti Marco Polo in Corea è distribuito come un webtoon mentre nel resto del mondo nel formato classico dei manga; è una serie abbastanza unica da questo punto di vista. Tornando alla tua domanda, trattandosi comunque di un personaggio storico, ho disegnato Marco Polo basandomi su alcuni fatti realmente accaduti. Ad esempio la padella che porta sempre sulla schiena ed il suo coltello derivano dal suo viaggio in Cina.

Nelle sue opere disegna spesso creature fantastiche, che però hanno sempre una base di anatomia umana e non sono mai semplici bestie. Dove prende l’ispirazione per disegnare questo tipo di personaggi?

Mi piace molto disegnare creature antropomorfe, soprattutto quelle che potrei definire “predatori”, personaggi molto forti e con spiccate capacità fisiche. Apprezzo molto film come la serie Alien e ogni tanto prendo ispirazione da opere di questo tipo per disegnarle.

Il manga (e gli anime) hanno ottenuto una grossa popolarità internazionale nel corso degli ultimi anni; quale pensa sia il motivo di questa nuova giovinezza del settore?

Se devo essere sincero ne sono molto felice, e da fumettista penso che l’apprezzamento che le persone stanno mostrando verso i manga sia dovuto al fatto che sono opere che spaziano tra generi molto diversi tra loro e penso che che quindi ci sia sicuramente qualcosa che faccia al caso di ogni lettore.

Il manga ha tanti punti di forza in questo senso perché riesce ad attirare molte persone, che sia per l’aspetto puramente artistico, il suo genere di appartenenza, la sua storia o ancora i suoi personaggi. Parlando invece degli anime apprezzo molto la loro dinamicità, e vedere le scene d’azione animate mi da sempre nuovi spunti per come disegnarle.

Boichi-San, lei è ormai un mangaka affermato in Giappone ma ha ovviamente iniziato la sua carriera in Corea, il suo paese natale. Pensa che sia possibile per artisti stranieri, come ad esempio noi europei, arrivare a portare le nostre opere nel paese del sol levante ed avere successo proprio dove è nata questa arte?

Assolutamente sì! Questo è uno dei miei principali motivi per cui sono qui in questo momento. Credo che il manga sia e debba essere internazionale, e che artisti da ogni parte del mondo dovrebbero contribuire ad arricchire questo genere letterario con le loro opere e la loro creatività. Mi piacerebbe davvero poter creare uno spazio dove mangaka di tutto il mondo possano pubblicare le loro opere.

Sono felicissimo di lavorare in Giappone, dove il manga è nato, e lì c’è il Weekly Shōnen Jump, che settimanalmente racchiude i nuovi capitoli di diverse serie manga in corso di serializzazione, che permettono ai lettori di leggere nello stesso momento opere di diversi autori. Ecco, vorrei poter creare qualcosa di simile ma aperto a tutto il mondo!

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Una foto con il maestro Boichi-San, con sempre al collo la sciarpa del Napoli.

Intervista a Boichi | Conclusione

Boichi-San, come già accennato, è una persona davvero solare, appassionata e determinata, ed il suo ottimismo contagioso mi ha fatto davvero rivalutare in positivo questo settore, di cui troppo spesso si sentono pareri negativi relativi soprattutto a pessimi ambienti di lavoro alle volte definiti perfino tossici.

Dalle sue parole traspare invece una forte passione per il suo lavoro e la volontà di sfruttare la sua popolarità per mettere in campo azioni concrete che permettano a sempre più giovani artisti di avere il proprio posto nel settore dei manga, e personalmente non vedo l’ora di vederlo accadere in futuro.

Vi ricordo che l’ultima opera del Sensei Boichi, Super String: Marco Polo’s Travel to Multiverse, ha appena esordito nelle fumetterie e librerie italiane, e con Dr. Stone che si è appena concluso è il momento giusto per imbarcarsi in una nuova avventura disegnata dalla penna del Maestro.

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