Sulla sostenibilità di Xbox Game Pass si è discusso molto e molto ancora si parlerà, tra chi difende a spada tratta il servizio di Microsoft e chi ritiene danneggi eccessivamente le vendite tradizionali. Recentemente, Bucky, notorio community manager di Palworld si è espresso a favore dell’abbonamento, esaltando l’importanza avuta dallo stesso durante il lancio del titolo.
I numeri ottenuti dal survival “Pokemon-like” sembrerebbero confermare la versione dello studio, con quello che era un prodotto quasi sconosciuto che è riuscito a registrare oltre 2 milioni di concurrent su Steam durante il periodo di picco, divenendo a tutti gli effetti tra i prodotti di maggiore successo della piattaforma di Valve.
Palworld e il Game Pass
Con il lancio di Clair Obscur Expedition 33 si è riproposto l’annoso discorso riguardo la viabilità di Game Pass e i suoi effetti sull’industria; contesa che, malauguratamente, causa dibatti sovente troppo aspri. Il community manager di Palworld ha voluto dire la sua, parlando dalla posizione di chi del servizio ha fatto ampio uso.
Egli si è definito assai contento dei risultati prodotti dall’abbonamento di casa Microsoft, portando a riprova delle sue affermazioni i numeri sorprendenti di Palworld. Cionondimeno, ha sottolineato come la sua prospettiva sia quella dello sviluppatore indipendente, privo di nomea e con tutto ancora da dimostrare.
Si è definito, pertanto, all’oscuro dei meccanismi legati a produzioni più blasonate e dai budget estremamente elevati, ma, ugualmente capace di esaltare l’utilità di tale scelta di pubblicazione per giochi affini al survival di Pocketpair. Immaginiamo che la contesa tra i vari fan dei videogiochi non terminerà qui ma le parole di Bucky restano comunque piuttosto interessanti.
Un’aspra contesa
Su Game Pass se ne sono dette di ogni colore e purtroppo molto spesso coloro che dibattono riguardo tale approccio alla vendita dei videogiochi lo fanno al solo fine difendere l’azienda preferita. Ciò che realmente corrompe qualsiasi parvenza di un reale dibattito è la difficoltà manifestata da molti di comprendere limiti e forze dei servizi in abbonamento.
L’esempio di Palworld è proprio per questo piuttosto calzante, in quanto consente di assumere una posizione intermedia in questa annosa questione. Le sottoscrizioni, infatti non sono pensate per accogliere qualsiasi titolo, indipendentemente dalle dimensioni, dal budget e dalla fama dello stesso.
Studi nascenti e privi di proprietà intellettuali già note, infatti, rischierebbero di essere sommersi dalle numerose uscite annue o di veder preferite alle proprie produzioni altri giochi già conosciuti dal pubblico. In un’industria che sempre più appare fossilizzarsi sulle grandi saghe, qualsiasi mezzo capace di sostenere nuove idee è ben accetto.
Ciò non significa che tutto debba giungere sul Pass o servizi affini, anzi, molti prodotti non possono permettersi di subire l’innegabile riduzione di vendite retail connaturata all’inclusione in tali librerie. Rendersi conto che le sottoscrizioni non sono adatte ad ogni opera e invero ad ogni giocatore è l’unico modo di comprenderle realmente e di gestirle in modo produttivo.
Un Palworld, così come un Clair Obscur può giovare da tale scelta, ottenendo grande centralità nelle strategie comunicative di Microsoft e diffondendosi immediatamente nel grande pubblico. Da ciò non deve scaturire il desiderio, se non l’esigenza di ottenere tutto mediante l’abbonamento abbandonando completamente l’acquisto tradizionale.
E proprio evitare tale evenienza doveva essere un caposaldo della strategia di Microsoft, proponendo una convivenza tra il servizio e lo store e non mettendo l’uno contro l’altro . Così si è fomentata nella fanbase la tendenza a giocare solo ciò che viene offerto sul Pass a detrimento dell’ecosistema tutto.
Non bisogna, dunque, dare ascolto ai massimalisti dell’una e dell’altra fazione e cercare un giusto mezzo che comprenda gli abbonamenti come parti del mercato che convivano con il resto. Fare all in spesso porta a perdere tutto ma non riconoscere i pregi di idee tutto sommato valide conduce solo a grandi sprechi.