Game of Thrones Kingsroad Provato mercenario

Con il rilascio della versione in Early Access abbiamo avuto modo di mettere le mani su Game of Thrones Kingsroad, nuovo titolo previsto su PC e mobile e ambientato nel mondo scaturito dalla penna di George R. R. Martin, in particolare all’interno del continente di Westeros, ove, invero, si concentra la maggior parte della vicenda descritta nei libri.

Quello che inizialmente appariva come un action Rpg piuttosto classico si è, con il tempo, rivelato essere un prodotto di stampo ben diverso e molto più simile alle consuete produzioni della compagnia coreana Netmarble. Ed è stata proprio questa decisione a generare quello che al momento appare come un fallimento su quasi tutta la linea. Ma andiamo per gradi.

Game of Thrones Kingsroad, la Trama

Dalla pagina ai teleschermi, colonna portante de “Il Trono di Spade” è sempre stato l’intreccio narrativo fantapolitico e pseudostorico, espresso nella moltitudine colossale di personaggi differenti, nelle variopinte intersezioni fra gli obiettivi politici dell’una e dell’altra casata e nella crudezza estrema di un mondo scaduto nella più barbara amoralità.

Kingsroad, sotto questo punto di vista, sebbene non rappresenti un fiasco completo, non riesce mai a raggiungere particolari vette, tali da compensare le ben più gravi mancanze negli altri ambiti e sfruttare a dovere la mole straordinaria di materiale presente nella serie di libri. Inoltre, finisce per cadere sovente preda delle limitazioni strutturali tipiche dei gacha e dei live service con esiti alquanto problematici.

Innanzitutto gli eventi seguono un copione decisamente frettoloso che non da sufficiente respiro alle scene di maggiore impatto e manca della sottigliezza sufficiente a far apparire situazioni create al solo fine di spingere il giocatore da una missione all’altra come realmente organiche al mondo di gioco e da esso derivanti.

Tra compagnie di schiavisti di Essos che appaiono senza grandi motivazioni e senza generare sufficiente trambusto e banditi rintanati in ogni anfratto ma pronti a sbucare fuori solo quando passa il protagonista, la Westeros di Netmarble è troppo artificiosa per funzionare realmente e i suoi abitanti, privi di voce propria, finiscono per parlare con quella degli sviluppatori.

Avvenimenti che dovrebbero essere topici e pertanto carichi di pathos vengono abbandonati senza troppi convenevoli: gli estranei, per esempio, raggiungono all’inizio della vicenda le prossimità della barriera, anticipando considerevolmente i tempi rispetto alla già affrettata serie televisiva, quindi spariscono nuovamente ai margini della vicenda come se avessero deciso di prendersi una pausa.

Il personaggio giocante, figlio bastardo del lord di casa Tyre, abbandona il nido paterno con due scopi precisi e improrogabili, ma finisce presto per ignorare il più importante tra i due e in seguito per lasciarsi trasportare da mansioni velleitarie e del tutto riempitive. Tale caratteristica è tipica dei giochi di ruolo, ma in questo caso è così acuta da impedire qualsivoglia sospensione dell’incredulità.

Game of Thrones Kingsroad Provato barriera
In Kingsroad, terribili eventi presso la barriera ci spingeranno a viaggiare in lungo e in largo attraverso il continente di Westeros

Si assiste, in generale, ad una certa difficoltà nell’adattare l’intreccio alle esigenze strutturali del titolo, con una progressione spesso circolare e necessaria a giustificare la reiterazione di compiti triti e ritriti e le inevitabili fasi di farming. Pare a volte che la vicenda fatichi ad avanzare in maniera efficace e che le proprie azioni non sortiscano gli effetti dovuti.

Le terribili mancanze nel ritmo sono un vero peccato, in quanto minano la volontà condivisibile di esplorare le sorti di quei luoghi e di quelle famiglie che pur travolte egualmente dal turbine delle storia sono finite ai margini del racconto di George Martin e che presentano tuttora un discreto potenziale.

Potenziale che, tuttavia, continuerà in parte a rimanere inespresso a causa di una generale mancanza di spunti originali nell’utilizzo delle vaste risorse presenti nel world building della saga, di una certa propensione nel servirsi di topoi troppo consueti e di una varietà estremamente limitata delle missioni, che finisce per colpire anche l’impalcatura narrativa delle stesse.

Quella di Game of Thrones Kingsroad non è, certamente, una trama insalvabile ma quasi ogni suo punto di forza è attribuibile al materiale già esistente su cui viene costruita la vicenda narrata e non all’effettiva bontà del copione originale prodotto da Netmarble, che appare fin troppo generico per giovare realmente del mondo di Westeros.

Un’ultima critica va inevitabilmente diretta alla scrittura dei dialoghi. Anche in questo caso non parliamo di un disastro totale, quanto di una marcata piattezza stilistica e di un’evidente assenza di battute realmente memorabili, nonché di una fretta inspiegabile nel trattare quello che è uno dei punti focali dello storytelling di “A Song of Ice and Fire” (qui per altre informazioni).

Insomma, Kingsroad è una trasposizione cosi generica ed artificiosa del mondo di Martin da esporre continuamente sotto la propria pelle le stringhe del nudo codice, da tradire la presenza della mano aliena del narratore che muove i pezzi in gioco, da apparire asservita alla struttura del titolo piuttosto che ad essa complementare.

Game of Thrones Kingsroad, il Gameplay

Sul fronte del sistema di combattimento e del gameplay generale sentiamo di poter stemperare lievemente l’asprezza delle nostre critiche, constatando, tuttavia, che nemmeno in questo Kingsroad riesca a raggiungere una sufficienza piena, nuovamente a causa dell’attrito tra la struttura online e i sistemi scelti per sostenerla.

Il combat system è, infatti, piuttosto basilare e si incentra su un attacco rapido, uno pesante e fino a 4 abilità speciali da attribuire ai vari tasti numerici. Le mosse, inoltre, modificano i propri pattern a seconda della combinazione secondo cui vengono registrati gli input e del movimento del proprio personaggio.

Combinazioni più brevi finiscono per portare a colpi caricati di minore entità sia in termini di danno sia per quanto riguarda la rottura della guardia, mentre le serie più lunghe si concludono con urti massivi e capaci di staggerare immediatamente l’avversario. Allo stesso modo si registrano variazioni nei moveset in caso si attacchi dopo la schivata oppure in corsa.

Non parliamo affatto di una varietà tale da far gridare al miracolo ma nel genere dei gacha games (o pseudo-gacha in questo caso) è generalmente lecito attendersi titoli ove il gameplay è appena abbozzato o sembra presente solo al fine di incentivare il farming compulsivo di risorse. Anche il feeling generale degli impatti, pur senza raggiungere particolari vette, riesce a non sfigurare.

A distruggere in parte il ben fatto ci pensa nuovamente la scellerata decisione di incunearsi in un paradigma strutturale completamente inadatto. Innanzitutto per spronare il giocatore all’ottenimento, soggetto a meccanismi casuali, di nuovi artefatti e pezzi di equipaggiamento è necessario ridurre il più possibile l’influsso dell’abilità del giocatore nella riuscita dei combattimenti.

Lo slancio: un indicatore della capacità in combattimento del protagonista (concetto che espanderemo in seguito) diviene un diktat inflessibile che stabilisce con margini estremamente ristretti qualora una battaglia possa essere vinta o sia completamente al di fuori della portata del giocatore.

Vi è, perciò, la sensazione costante che il proprio apporto all’azione sia privo di qualsivoglia valore, come invero le proprie scelte nel combinare le abilità e nello scegliere a cosa dare priorità, e che l’intero scontro ruoti intorno ad un solo numero. Quando esso è troppo basso si viene eliminati in un colpo o quasi, quando è sufficientemente elevato si smarrisce ogni parvenza di difficoltà.

Kingsroad, inoltre, presenta anche un quantitativo piuttosto esiguo di nemici unici, i quali a loro volta non vantano moveset particolarmente complessi. Se si combinano queste mancanze con la necessità di eliminarne a iosa nel lento processo volto all’accumulo di esperienza è inevitabile che risulti un fortissimo senso di ripetitività.

Game of Thrones Kingsroad Provato Combat System
Il combat system di Game of Thrones Kingsroad non è pessimo ma soffre di forte ripetitività e marcato riciclo dei nemici

Ed è questa la sensazione imperante durante la maggior parte dell’avventura, acuita, come vedremo, da contenuti secondari estremamente convenzionali e da un loop di gameplay fondato sulla reiterazione degli stessi su base giornaliera. Con combattimenti meno frequenti e minacce più varie riteniamo che il sistema avrebbe potuto evitare una così magra figura.

Abbiamo dovuto constatare, anche, una generale arretratezza dell’intelligenza artificiale: tra nemici che si immobilizzano improvvisamente iniziando ad ignorare il giocatore e pattern di movimento e rilevamento piuttosto abbozzati, nonché una forte mancanza di coordinazione e strategia tra le parti coinvolte in caso si ingaggino avversari multipli.

Game of Thrones Kingsroad, per parafrasare, non possiede un combat system completamente “rotto” e disfunzionale, ma ogni suo piccolo pregio si infrange sul muro di infinite battaglie dall’enemy placement banale e dalla strutturazione consueta e di una longevità eccessiva che mal si sposa con la penuria di manovre offensive.

Quasi un Gacha

Sebbene non ricalchi pedissequamente ogni singolo canone del genere, Game of Thrones Kinsgroad presenta molteplici aspetti tipici dei gacha games, i quali riguardano principalmente la progressione del personaggio, condizionandone l’avanzamento e rappresentando l’elemento che più pervade l’intera esperienza ludica.

Le armi e le armature, per esempio si dividono in varie rarità e possiedono abilità specifiche connesse al set di appartenenza (non cambia, invece la tipologia che è soltanto una e viene scelta all’inizio della partita insieme alla classe). Queste vengono ottenute, in maniera totalmente aleatoria, ripulendo degli accampamenti che si rigenerano dopo un cooldown fisso.

Casuali sono anche i perk attribuiti agli equip, che possono essere generati nuovamente in cambio di risorse ma senza che il giocatore eserciti alcun controllo sulla loro natura. Fortunatamente si ha un certo grado di potere decisionale nel momento in cui invece di ottenere le armi si decide di forgiarle.

In questo caso, tuttavia, sono necessarie delle pelli di qualità ben precisa. Queste vengono droppate durante delle cacce: brevi bossfight con un nemico preciso che vanno ripetute quotidianamente, in quanto il tasso di comparsa degli elementi necessari è piuttosto basso ed è presente il consueto tempo di ricarica.

I gioielli, a loro volta sono divisi in rarità e la forgiatura dell’una o dell’altra pietra preziosa nonché la qualità della stessa è preda del caso. Quelli non necessari possono essere spesi per potenziare gli altri, mentre i doppioni li aumentano di rango. Con questo, stiamo già al secondo parametro totalmente randomico ma, purtroppo, non finisce qui.

Vi sono, infatti, forzieri dove trovare i sigilli delle varie casate che popolano i sette regni, ognuno con tre tier specifici e artefatti da rintracciare mediante spedizioni dalla durata piuttosto elevata e con un drop rate, francamente, quasi inesistente. Una sovrabbondanza tale di sistemi di questo tipo finisce per trasformare l’esperienza ludica in una lotta disperata contro la fortuna.

Game of Thrones Kingsroad Provato Stemmi delle casate
In Kingsroad anche gli stemmi delle casate possiedono una rarità e sono soggetti a meccanismi aleatori

La casualità, d’altronde, non è qui per caso ma è necessaria per spingere il giocatore verso la miriade di microtransazioni (dove la parola “micro” è nulla più che un eufemismo) che popolano il negozio interno al gioco. Game of Thrones Kingsroad possiede una mole elevatissima di acquisti in app, connessi a pressoché ogni ambito e incoraggiati in maniera predatoria e a detrimento del gioco stesso.

Lo slancio, che è condizionato da abilità attive, passive, equipaggiamenti, gioielli e artefatti ed è, come già anticipato, vera discriminante durante le battaglie, è concepito al chiaro fine di incentivare l’utilizzo di denaro per sottrarsi alle fasi più ripetitive e noiose di farming, altrimenti necessarie.

Ed è qui che si esprime con più violenza il contrasto tra sistemi di gioco e struttura, allorché ogni idea ben riuscita, ogni intuizione discreta viene sacrificata sull’altare della monetizzazione predatoria, preferendo compromettere la solidità dell’intero titolo piuttosto che moderare o ripensare il funzionamento dei negozi.

Netmarble ha appositamente riempito l’esperienza di gioco di limitazioni arbitrarie e successivamente messo in vendita gli strumenti necessari a disfarsene. In tal maniera ha costruito un gacha games che finisce per risultare ancor più difficile da tollerare rispetto alla concorrenza e un prodotto apertamente ostile nei confronti del giocatore free to play.

La stessa progressione del personaggio viene rallentata considerevolmente al fine di estendere artificialmente la durata di Kingsroad, atto particolarmente dannoso a causa dell’impossibilità da parte del sistema di mantenersi fresco abbastanza a lungo. Il risultato è, inoltre, quello di non riuscire a percepire un reale avanzamento in quanto esso viene diluito fino a svanire.

Game of Thrones Kingsroad Provato Artefatti
Gli artefatti sono fondamentali ma il loro ottenimento è piuttosto dispendioso in termini di tempo

Affinché un’opera di questo tipo possa funzionare è necessario trovare un giusto mezzo, ove le intenzioni del publisher riescano a trovare attuazione senza annientare completamente la struttura. Con Game of Thrones Kingsroad, tuttavia, pare che Netmarble abbia tirato troppo la corda ed è difficile immaginare che nello stato odierno il gioco possa veramente attecchire.

Game of Thrones Kingsroad, il comparto tecnico

Game of Thrones Kingsroad è, innanzitutto, un titolo pensato anche per una pubblicazione su mobile e sarebbe, pertanto, disonesto aspettarsi un’esperienza tarata per piattaforme di fascia più alta. Nonostante ciò, il gioco di Netmarble riesce ugualmente presentare un aspetto di livello discreto su Pc (mentre sarà da valutare la resa grafica su cellulare).

I volti dei personaggi principali vantano una buona realizzazione, con un vasto campionario di espressioni e una generale aderenza all’aspetto fisico degli attori della serie televisiva e le location del Nord e dell’Altopiano sono state trasposte con una certa perizia e conferendo ai due regni un’atmosfera sufficientemente diversificata.

Game of Thrones Kingsroad Provato Jon Snow
In Game of Thrones Kingsroad è stato compiuto un buon lavoro nel ricreare le fattezze degli storici personaggi della serie

La variabilità interna alle regioni e quella dei comprimari è, invece, pressoché assente con strutture e ambienti molto simili finché situati nella medesima area e la ripetizione costante di determinati volti anche tra individui molto vicini. In un titolo che già soffre di una forte monotonia, il marcato riciclo di contesti e situazioni appare ulteriormente percepibile.

Segnaliamo, inoltre, un estremo caso di pop in, sia riguardante elementi del paesaggio sia correlato alle texture, che avviene anche su elementi a brevissima distanza dal giocatore. Kingsroad rimane un titolo in early access, pertanto confidiamo che tali problematiche saranno limate in futuro ma al momento risultano parecchio evidenti.

Vi è anche un persistente traversal stutter durante le fasi di movimento a cavallo e nei passaggi tra un’area e l’altra, nonché una fitta serie di bug piccoli e grandi di cui Netmarble si è già detta a conoscenza. La speranza è che nei prossimi mesi di lavoro tali problemi superficiali vengano risolti per pubblicare un gioco, se non strutturalmente solido, almeno pulito.

Conclusione

L’annuncio ai TGA 2024 (qui per tutti i reveal dell’evento) aveva rinverdito le speranze di coloro che da anni desideravano un gioco di ruolo basato sulla licenza de “Il Trono di Spade”. Kingsroad, tuttavia, è molto lontano da ciò e appare come l’ultima produzione di una Warner Bros alla disperata ricerca del live service vincente, pronta ad imitare i titoli di maggiore successo ma con idee molto vaghe sui loro punti di forza.

Ciò che ne esce è un’esperienza che scende a troppi compromessi nel tentativo di spingere il giocatore verso le microtransazioni, dai molteplici contenuti abbozzati e dal design apertamente ostile. Ogni buona idea in termini di design viene soffocata da un loop fondato sulla ripetizione e dalla carenza di contenuto realmente originale.

Game of Thrones Kingsroad appare, soprattutto, come un prodotto pensato per rendere felici gli azionisti, una scommessa in un mercato saturo che difficilmente porterà frutto, nulla più che un sistema di monetizzazione intorno al quale è stato appena abbozzato un gioco.

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