Raramente mi capita di consigliare giochi di carte, figuriamoci quelli legati al gambling. Eppure, All in Abyss Judge the Fake mi ha convinto a fare un’eccezione, grazie anche alla presenza di elementi da RPG che hanno stuzzicato fin da subito il mio interesse. Scopriamo insieme questa visual novel frutto della collaborazione tra ACQUIRE (Octopath Traveler) e WSS Playground (Needy Streamer Overload).
Voglio essere chiaro fin da subito: non è assolutamente mia intenzione promuovere un gioco d’azzardo, ma di portarvi a scoprire una visual novel che utilizza l’estetica e alcune dinamiche del poker come sfondo per un racconto fatto di personaggi ambigui, colpi di scena inaspettati e scommesse dove la posta in gioco non sono solo le fiches.
All in Abyss Judge the Fake Recensione
“La fortuna bacia gli audaci” recita un vecchio detto, ma sarà proprio così? Beh, nel caso di Asuha Senahara, la protagonista indiscussa di All in Abyss Judge the Fake, sembra che la fortuna si sia proprio innamorata di lei. Si autoproclama la più fortunata, nonché la più bella giocatrice d’azzardo di tutti i tempi – e non si stanca mai di ricordarcelo. Ha un carattere esuberante ed è un’inguaribile ottimista, anche nelle situazioni più drammatiche. Non gli interessano premi o soldi, l’importante è giocare!
La costante ricerca del brivido del gioco spinge la giovane ragazza a The City, una città dove tutto ruota intorno al poker, più precisamente al Poker Texas Hold’em. Qui, il poker non è solo un passatempo, ma il linguaggio universale di ogni interazione, il fulcro di ogni contrattazione. Persino l’architettura urbana riflette questa ossessione, con il Colosseo, l’arena per eccellenza, che si erge al centro di una città interamente votata al fascino delle carte da gioco.
È proprio all’interno del Colosseo che la storia di All in Abyss muove i suoi primi passi, con Asuha nel bel mezzo di una partita a Poker contro una delle “Streghe” che governano la città. Ma come ci è finita in questa situazione? Un flashback ci conduce a un momento antecedente, quando la ragazza, da poco in città, aveva già lanciato la sua sfida a Ulu Amamino, la strega dei dolci.
La partita si fa accesa tra le due gamblers, ma la Strega dei dolci annienta con facilità Asuha, che sperimenta per la prima volta il gusto amaro della sconfitta. Che la fortuna, sua fedele alleata, l’abbia abbandonata di colpo? Per Asuha non è così e pensa che dietro questa sconfitta ci sia un inganno orchestrato dalla Strega. Decide così di sfidarla nuovamente tra una settimana, ma le condizioni dettate dalla strega sono diverse questa volta: si giocherà secondo le Abyss Rules.
L’arrivo in città di Asuha smuoverà gli equilibri che sorreggono la società di The City, dando vita a una vera e proprio guerra contro la potente organizzazione delle streghe, la WCW Group, con l’unico scopo di diventare la regina del poker.

Le regole dell’abisso
Come accennato, il poker è l’anima pulsante di The City, un vero e proprio stile di vita. Ma è nelle battaglie di poker secondo le regole dell’abisso che l’intrattenimento raggiunge il suo culmine. In cosa consistono queste regole? Nulla di complicato: il perdente paga il suo debito con una “punizione”. Se questa parola non vi suona abbastanza allarmante, forse l’idea di una morte lenta e dolorosa vi farà comprendere la posta in gioco.
Le punizioni sono una fonte d’intrattenimento in città, una sorta di macabro spettacolo in cui il divertimento sta nel vedere martoriato il perdente di turno. Questo fa capire anche quanto sia malata la società stessa di The City, che ormai vede le scommesse come unica fonte di svago.
La trama di All in Abyss è una montagna russa di emozioni che passa da momenti di spensieratezza, con dialoghi a base di humor e doppi sensi, a momenti molto più cupi e tendenti al thriller. Questo thriller di cui parlo è legato prettamente all’abisso. A differenza delle partite convenzionali, dove si scommettono principalmente le fiches, l’abisso è spietato: la posta in gioco è la vita stessa.
Al termine di ogni battaglia con le regole dell’abisso ne consegue una punizione, ovvero delle vere e proprie torture inflitte ai personaggi. Queste non vengono mostrate con violenza esplicita – quindi niente fontane di sangue o arti smembrati, per fortuna – ma attraverso immagini statiche accompagnate da didascalie che descrivono gli orrori subiti. Alcune immagini sono più forti di altre, ma in entrambi i casi sapere che stanno accadendo quelle cose a determinati personaggi è di per sé scioccante per chi non apprezza questo genere di cose.
Considerando la natura potenzialmente disturbante di queste scene, gli sviluppatori hanno pensato bene di renderle opzionali con la possibilità di vederle in un secondo momento dalla galleria del gioco. Non c’è alcun avviso prima delle scene quindi diciamo che mi ha colto alla sprovvista la prima volta.
Nulla che ormai i giocatori odierni non siano abituati, quindi vi consiglio comunque di guardarle per avere una visione completa della mentalità malsana presente a The City. Se avete poi giocato alla serie Danganronpa (nel caso ti lascio qui la recensione di Trigger Havoc), diciamo che quello che vedrete in All in Abyss è molto meno di impatto.
Un altro elemento che ho particolarmente apprezzato è la caratterizzazione dei personaggi di All in Abyss Judge the Fake. Sebbene all’inizio appaiono superficiali, la progressiva rivelazione del loro passato me li ha fatti apprezzare sempre di più. Non sono personaggi casuali, ma parte integrante del mondo di All in Abyss. A questo aggiungo anche che la trama principale è ricca di colpi di scena, con alcuni di essi davvero riusciti e che riescono anche a sorprendere.
Visual Novel e investigativo tra partite di poker
L’importanza della trama e dei personaggi è intrinseca al genere di appartenenza del gioco. Come anticipato all’inizio, All in Abyss è primariamente una visual novel, con il poker che funge da collante tra la narrazione e i suoi protagonisti. La peculiarità delle visual novel risiede proprio nella mole di dialoghi da leggere, a scapito di un gameplay meno interattivo.
Nel caso di All in Abyss troviamo anche delle fasi esplorative all’interno di The City, dove possiamo esplorare alcuni quartieri della città con il fine di apprendere quante più informazioni possibili sulle streghe. Queste infatti hanno delle abilità nascoste e riescono con l’inganno a pilotare le partite per ottenere la vittoria in maniera subdola. Sarà nostro compito smascherare i loro trucchi e ribaltare il risultato durante il confronto finale.

Per questo motivo saremo costretti a esplorare la città, anche per motivi di trama. Non sarà possibile sfidare la strega di turno senza prima aver ottenuto tutti gli indizi, il che lo rende piuttosto lineare senza delle vere e proprie scelte. Si, ci sono dei bad ending, ovvero i finali negativi del gioco, ma accadono nel caso in cui perdiamo la partita a poker durante l’abyss rules.
La città non offre chissà quali luoghi da visitare. Abbiamo il negozio dove poter comprare oggetti necessari ad avanzare nella trama, il bar dove è possibile pagare per mangiare del buon cibo e organizzare feste (utile per ottenere un bonus temporaneo durante la prossima partita) e infine il Poker Royale, ovvero una sorta di locale dove si susseguono sfide a poker di difficoltà crescente. Maggiore è il rischio, più alta è la ricompensa!
RPG Pokeristico
Quanta confidenza hai con il poker Texas Hold’em? Esistono diverse tipologie di poker e il Texas Hold’em è sicuramente la variante più famosa al mondo. Anche se non conosci le regole base, il gioco offre dei tutorial molto dettagliati adatti anche a chi si approccia per la prima volta al gioco da tavolo.
Inoltre, All in Abyss fornisce degli aiuti costanti durante la partita illuminando le carte quando abbiamo una combinazione in mano e anche a quale combinazione corrisponde – sul lato sinistro dello schermo è presente una tabella con tutte le combinazioni del poker.
Le partite in All in Abyss Judge the Fake si svolgono uno contro uno, dove la vittoria va a chi sottrae per primo tutte le fiches all’avversario, un po’ come i Life Points di Yu-Gi-Oh. Le partite riprendono le regole standard del poker, con le canoniche fasi di pre-flop (distribuzione delle due carte iniziali a giocatore), flop (scoperta delle prime tre carte comuni sul tavolo), turn (quarta carta), river (quinta carta) e showdown finale.
Ogni fase è cruciale nelle partite per diversi motivi. Per prima cosa, per rendere il gioco più dinamico è stato aggiunto un moltiplicatore di danni. Ogni puntata che facciamo aumenta questo moltiplicatore che nella fase di showdown infliggerà un danno in base alla forza della combinazione nella propria mano (es. un Tris infliggerà molto più danno di una Doppia Coppia).
Il moltiplicatore persiste finché non si arriva allo showdown. Abbandonare la mano, foldare nel gergo, ne prolunga l’accumulo, aumentando di turno in turno fino al confronto finale. Questa meccanica è originale e allo stesso tempo frustrante, specialmente contro le streghe, dove una singola mano sfavorevole può decretare la sconfitta immediata.
Bisogna poi fare una certa distinzione tra partite normali e quelle contro le streghe. Mentre in quelle normali si svolge tutto nella normalità, quelle contro le streghe richiedono diversi approcci non convenzionali. Bisognerà infatti utilizzare degli oggetti per impedire alle streghe di barare e, ovviamente, utilizzare il nostro repertorio di mosse speciali, le skills, per ottenere la vittoria.

Le skills consumano MP, punti mana, proprio come nei RPG classici. Non possiamo abusare di queste mosse in ogni singola mano, motivo per cui bisogna fare attenzione a quando utilizzarle. Le streghe poi possono interrompere le nostre mosse fino a quando noi non sveleremo il loro inganno.
Le mosse si dividono in passive, sono sempre equipaggiate, e attive, sono quelle che dobbiamo eseguire noi con un comando. Le passive sono particolarmente utili per studiare l’avversario, come ad esempio intuire che carte ha in mano o se ha una combinazione vincente, mentre quelle attive hanno un effetto più immediato e possono portare enormi vantaggi consumando però MP.
Con queste abilità è possibile manipolare le partite a proprio vantaggio: si possono contare le carte per prevedere le prossime che verranno girate sul tavolo o intimidire l’avversario forzandolo a foldare. All’inizio non le usavo, convinto che in fin dei conti il poker è un gioco basato sulla fortuna, ma contro le streghe sono stato costretto a utilizzare in più occasioni.
Discorso diverso per quanto riguarda le partite normali. La CPU tende spesso a foldare fino a quando non ha una buona mano. In questo caso è quasi obbligatorio utilizzare le skills altrimenti non si riesce a terminare la partita in tempi brevi. Tornando invece alle streghe, le partite contro di loro sono lunghe, 3-4 round circa, e richiedono una certa attenzione per completarle. Le ho trovate stimolanti e divertenti, ma alcune di loro applicano dei malus forse un po’ troppo esagerati.
All in Abyss Judge the Fake mi ha sorpreso
Prima di scrivere la recensione di All in Abyss Judge the Fake, ho fatto un giro online a leggere i pareri dei giocatori. Non so perché ma All in Abyss non sembra aver fatto scattare la scintilla ai giocatori, cosa che con me invece è successa. All in Abyss ha dei difetti, questo è certo, eppure ha dei pregi davvero notevoli per essere un titolo indipendente.
La storia di All in Abyss si è rivelata sorprendentemente piacevole, con alcuni capitoli coinvolgenti e altri un po’ meno. L’estetica dei personaggi principali è curata, in contrasto con gli NPC, figure decisamente abbozzate, prive di dettagli fisionomici e che si ripetono nel corso della storia. Le ambientazioni non mi hanno colpito particolarmente, ma svolgono un ruolo secondario all’interno del gioco quindi non lo definirei un aspetto negativo così impattante.
Le sezioni di gameplay di All in Abyss Judge the Fake sono costituite principalmente da partite a poker con elementi RPG e devo dire che questo strano connubio funziona nel gioco. Avere un’infarinatura iniziale può aiutare ma non è necessaria in quanto All in Abyss offre delle spiegazioni dettagliate sulle regole del poker Texas Hold’em. Mi sento di consigliarlo anche a chi non piace particolarmente il gioco d’azzardo in generale.
Il gioco è ovviamente in inglese sottotitolato e non è presente alcun doppiaggio, se non durante i combattimenti per dire “check”, “fold” e “All-in”, ma rimane comunque un prodotto godibile anche senza doppiaggio.
All in Abyss Judge the Fake è disponibile in versione digitale per PlayStation 5, Nintendo Switch e PC Steam. Qui trovi la pagina del PS Store, la versione testata in fase di recensione.