Caro affitti e precarietà, i docenti meridionali in fuga verso il Nord

L’emergenza abitativa che attraversa l’Italia sta colpendo duramente una delle categorie professionali più fragili del Paese: i docenti precari costretti a trasferirsi lontano da casa per insegnare. Mentre dal Ministero dell’Istruzione e del Merito arrivano continui annunci sulla valorizzazione della scuola e sul ruolo centrale degli insegnanti, la realtà quotidiana dei professori meridionali è segnata da precarietà contrattuale e stipendi inadeguati di fronte al caro affitti nelle città del Centro-Nord.

In province come Monza e Brianza, Milano, Torino e Bologna, dove si concentrano le maggiori opportunità di lavoro, gli affitti elevati stanno mettendo in ginocchio molti insegnanti del Mezzogiorno. Per loro la mobilità non è più una scelta professionale, ma una vera e propria migrazione economica forzata che comporta sacrifici enormi e mette a rischio la tenuta del sistema scolastico. Stefania, docente di sostegno originaria della Calabria e attualmente in servizio in provincia di Monza e Brianza, racconta una vita di rinunce quotidiane, tra monolocali di 40 metri quadri e affitti da 700 euro mensili che assorbono gran parte del suo stipendio da supplente a tempo determinato.

La sua testimonianza riflette le difficoltà di migliaia di colleghi, costretti a scegliere tra la passione per l’insegnamento e la sostenibilità economica. Stefania spiega che accettare incarichi al Nord non è una scelta, ma una necessità: “O si fa così oppure non si lavora”. Una precarietà che incide anche sulla qualità della vita e sul benessere emotivo, con inevitabili ripercussioni sul lavoro in classe. La prospettiva di un futuro stabile appare lontana, tanto che molti docenti stanno valutando l’idea di abbandonare la scuola per cercare impieghi alternativi.

Il caso di Stefania mette in luce un problema strutturale che richiede interventi urgenti: senza un adeguato sostegno economico e soluzioni per l’alloggio, il sistema scolastico rischia di perdere una parte fondamentale della propria forza lavoro.