Duomo di Torino gremito per i funerali dell’arcivescovo emerito Nosiglia, tributo al suo servizio

di Umberto Zollo

Il Duomo di Torino ha accolto una folla commossa per i funerali di mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo emerito della città, scomparso il 27 agosto all’Hospice del Cottolengo di Chieri. La cerimonia, presieduta dal cardinale Roberto Repole, ha visto la partecipazione di numerosi vescovi piemontesi, autorità civili e religiose, sacerdoti e fedeli, rendendo omaggio a una figura nota per il suo impegno pastorale e la vicinanza ai più fragili.

Nel corso dell’omelia, il cardinale Repole ha descritto il defunto come un pastore sempre in movimento: “L’arcivescovo Cesare non tollerava i vuoti. La sua agenda non poteva prevedere delle pagine bianche. Riempiva i giorni, riempiva le ore, riempiva i minuti… sentiva l’urgenza dell’azione pastorale, sentiva l’impellenza del servizio del prete e del pastore”.
Pur caratterizzato da una natura schiva e riservata, mons. Nosiglia trasmetteva ai fedeli l’attesa del divino e la centralità dell’incontro con Dio, ha sottolineato il cardinale.

Alla celebrazione erano presenti anche il cardinale Giuseppe Betori, mons. Vincenzo Paglia, mons. Giuliano Brugnotto, e numerosi vescovi emeriti come mons. Beniamino Pizziol, mons. Adriano Tessarollo, mons. Lodovico Furian e mons. Massimo Pozzer. Tra i sacerdoti, il rettore del Santuario di Maria Ausiliatrice don Michele Viviano e il padre Generale della Piccola Casa don Carmine Arice hanno partecipato al rito, insieme a una nutrita rappresentanza di religiose, tra cui suor Ruby e suor Elisa, che hanno seguito mons. Nosiglia anche negli ultimi mesi della sua vita.

Il cardinale Repole ha ricordato i numerosi messaggi di cordoglio, tra cui quello del Papa Leone XIV, che lo ha definito “pastore mite e saggio, sempre fedele al popolo e sollecito verso le persone più fragili”. Messaggi di vicinanza sono arrivati anche dai cardinali italiani e dalle altre confessioni cristiane, dalla comunità islamica e da quella ebraica torinese.

Un elemento centrale dell’omelia è stata l’attenzione di mons. Nosiglia verso i più vulnerabili: “Ha avuto cura che tutti potessero essere sfamati, che ciascuno – a cominciare dai più fragili, da chi perdeva il lavoro, da chi era in ospedale, da chi era povero, da chi era migrante… potesse sperimentare in modo concreto, materiale, tangibile, la vicinanza di Dio”. Il cardinale ha evidenziato la spontaneità e la semplicità con cui l’arcivescovo incontrava i poveri e gli emarginati, mostrando una dimensione autentica della sua fede e del suo ministero.

Al termine della cerimonia, il feretro è stato accolto da lunghi applausi dei presenti, a testimonianza del legame profondo con la comunità torinese e piemontese. L’omelia ha ripreso inoltre il testo pronunciato da mons. Nosiglia nel 25° anniversario della sua ordinazione episcopale, definito dal cardinale Repole “tra le parole più toccanti del suo ministero, scolpite nella memoria e simbolo del suo servizio indefesso”. I funerali di mons. Nosiglia hanno offerto un’occasione per riflettere sul ruolo del pastore nella società contemporanea e sull’impatto di un ministero dedicato alla solidarietà e all’attenzione verso i più deboli. La diocesi di Torino, insieme ai fedeli, prosegue ora nell’impegno pastorale, ispirata dall’esempio di una figura che ha saputo unire azione e spiritualità.