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Attualità

Giappone, Nagasaki commemora gli 80 anni dalla seconda bomba atomica

Oggi la città di Nagasaki ha commemorato l’80° anniversario dell’attacco atomico subito l’8 agosto 1945, in una giornata carica di silenzi, memoria e un appello alla pace globale.

  • Cerimonia solenne
    Alle 11:02, ora esatta dello sgancio della bomba, è stato osservato un minuto di silenzio nel Parco della Pace, accanto alla statua simbolo della pace. Alla cerimonia, svolta con sobrietà e raccoglimento, hanno partecipato rappresentanti di 94 Paesi e regioni.
  • Messaggi di speranza e avvertimenti per il futuro
    Il sindaco Shiro Suzuki ha lanciato un forte monito contro i rischi di ripresa di una guerra nucleare, esortando la comunità internazionale a definire azioni concrete per l’abolizione delle armi atomiche.
    Il primo ministro Shigeru Ishiba ha ribadito la ferma adesione del Giappone al principio di non possesso, produzione o uso di armi nucleari, confermando l’intenzione di guidare gli sforzi globali verso un mondo senza armi atomiche.
    Anche il Segretario Generale dell’ONU, tramite la sua rappresentante Izumi Nakamitsu, ha rivolto un appello solenne all’impegno per il disarmo e la cooperazione internazionale per garantire “un oggi e un domani di pace”.
  • Le nuove campane dell’Urakami Cathedral
    Per la prima volta in 80 anni, le due campane della Cattedrale dell’Immacolata Concezione hanno suonato simultaneamente: una risata restaurata grazie a una raccolta fondi negli Stati Uniti ha reso possibile questo momento simbolico, donando alla città un gesto di riconciliazione e speranza
  • I sopravvissuti e il passaggio della memoria
    Con il numero di “hibakusha” (sopravvissuti) sceso sotto quota 100.000, con un’età media di 86 anni, cresce l’urgenza di preservare le loro testimonianze. A tal fine, molti oggi condividono i propri ricordi in formato digitale, affinché il loro sacrificio non sia dimenticato.
    Le drammatiche immagini del sopravvissuto Sumiteru Taniguchi, segnato per sempre dalle ustioni subite a 16 anni, raccontano la devastazione dell’evento e rafforzano l’urgenza del disarmo.
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