Attualità
Bagnara Calabra: Intervista a un Giovane Imprenditore del Settore Turistico Balneare – “In Calabria si può fare impresa”

Nel cuore della costa tirrenica calabrese, tra acque cristalline e paesaggi mozzafiato, si sta facendo spazio una nuova generazione di imprenditori che crede nel potenziale del territorio. Abbiamo incontrato Marco R., 29 anni, giovane imprenditore originario di Bagnara Calabra, che ha deciso di scommettere tutto sulla sua terra, avviando una struttura turistica balneare che oggi rappresenta un piccolo modello di successo nel sud Italia.
“Il mare è la nostra ricchezza, ma servono visione e coraggio”
Marco ci accoglie nel suo stabilimento balneare, completamente rinnovato, che unisce tradizione e innovazione. “Ho sempre pensato che la mia generazione potesse cambiare le cose. Ho studiato fuori, ma poi ho deciso di tornare. Bagnara Calabra ha un potenziale enorme: storia, natura, cultura. Il problema non è la mancanza di risorse, ma la volontà di crederci davvero.”
Il suo progetto nasce nel 2021, in pieno periodo post-pandemia, quando il settore turistico era in profonda crisi. Eppure, con determinazione e una solida progettazione, Marco ha saputo intercettare fondi europei per l’imprenditoria giovanile e ha avviato la sua attività con un occhio alla sostenibilità e all’accoglienza.
Un modello basato su qualità, identità e rete
“Qui non vendiamo solo ombrelloni – spiega – ma offriamo esperienze. Collaboriamo con produttori locali, organizziamo escursioni, promuoviamo la cucina tipica e lavoriamo tanto con il turismo lento. La gente cerca autenticità, e la Calabria ne è piena.”
Secondo Marco, fare impresa in Calabria è possibile, ma richiede una grande forza di volontà. “La burocrazia è un ostacolo, non lo nego. Ma ho incontrato anche tante persone competenti, enti locali disponibili, giovani pronti a collaborare. Serve fare rete e smettere di lamentarsi. Noi possiamo essere il cambiamento.”
La nuova generazione del Sud
La storia di Marco è solo una delle tante che raccontano di un sud che non si arrende, che innova e riparte dalla propria identità. “Non dobbiamo più aspettare che qualcuno venga a salvarci – conclude –. Dobbiamo iniziare da noi stessi. E se ami questa terra, farcela è una sfida che vale la pena affrontare.”
Il suo stabilimento oggi impiega sette persone, tutte under 35, e ha già ricevuto riconoscimenti per l’attenzione al territorio e all’inclusività.
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