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Attualità

Edoardo Bove potrà tornare a giocare, ma solo all’estero 

Il giovane centrocampista Edoardo Bove, 23 anni, reduce dallo spaventoso malore avuto durante il match Fiorentina–Inter lo scorso 1° dicembre, potrebbe rientrare in campo. Tuttavia, secondo il cardiologo Massimo Grimaldi, attualmente potrà farlo solo all’estero, perché in Italia, con le norme attuali, un giocatore con defibrillatore sottocutaneo impiantato non ottiene l’idoneità sportiva richiesta per la Serie A .


Buone notizie sul fronte medico

  • Nelle ultime settimane, Bove ha sostenuto una serie di esami clinici – ECG, ecocardiogramma ed esami da sforzo – con risultati tutti incoraggianti, mentre resta da completare un ultimo test decisivo per ottenere il via libera definitivo .
  • Il defibrillatore sottocutaneo è stato impiantato dopo l’arresto cardiaco, ma nei Paesi anglosassoni la normativa consente ai giocatori di riprendere l’attività agonistica, dietro loro piena assunzione del rischio.

Il vincolo normativo in Italia

In Italia, la legge vieta ai medici sportivi di dichiarare idonei atleti portatori di defibrillatori. Soltanto modificando questa normativa, come già sta valutando la Federazione Medico‑Sportiva, Bove potrebbe tornare a giocare in patria. Diversi dirigenti e medici stanno discutendo di adeguare le regole italiane ai modelli di Paesi come Inghilterra e Stati Uniti.


Un futuro da decidere

Bove – formalmente tornato alla Roma dal 1° luglio – dovrà scegliere fra:

  1. Rimanere all’estero, dove potrà tornare a giocare con il defibrillatore;
  2. Attendere un cambiamento normativo in Italia;
  3. Rimanere a Roma o tornare alla Fiorentina in prestito, rischiando un nuovo stop in vista della Serie A.

Il paragone di Eriksen

Il caso richiama quello di Christian Eriksen, che dopo l’arresto agli Europei 2021 non ha potuto continuare a giocare in Italia ma ha proseguito la carriera in Premier League dopo aver installato un defibrillatore simile

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