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Attualità

Chiusi i seggi: referendum non valido con affluenza sotto il 31%, fanalino di coda la Calabria sotto il 20%

Si è concluso con esito simbolicamente favorevole ai promotori ma privo di conseguenze legislative il referendum abrogativo svoltosi l’8 e il 9 giugno 2025. I cittadini erano chiamati a esprimersi su cinque quesiti riguardanti lavoro e cittadinanza. Tuttavia, il mancato raggiungimento del quorum ha invalidato la consultazione.

Affluenza flop: sotto il 31%

L’affluenza definitiva si è attestata attorno al 30-31%, ben lontana dalla soglia del 50% più uno necessaria per rendere valido l’esito del referendum.

Già alle 23 di domenica 8 giugno, il dato parziale si fermava al 22,7%, salendo solo leggermente fino al giorno successivo. Le Regioni del Sud hanno registrato i livelli più bassi di partecipazione: in Calabria, ad esempio, l’affluenza si è fermata al 23%, con province come Reggio e Vibo Valentia sotto il 20%.

Referendum non passa

Il mancato raggiungimento del quorum rende nullo il risultato: nessuno dei cinque quesiti ha prodotto effetti concreti, e le normative attuali restano in vigore. Si tratta di un risultato atteso, considerati i precedenti fallimenti dei referendum del 2011 e del 2022 per le stesse ragioni.

Reazioni e dibattito politico

Dalla maggioranza di governo, alcuni esponenti come il ministro Luca Ciriani hanno parlato di un segnale di fiducia nell’esecutivo, sottolineando come la scarsa partecipazione rappresenti una “sconfitta della sinistra”.

Di contro, le opposizioni e i sindacati – principali promotori della consultazione – hanno denunciato il basso livello di informazione e la mancata copertura istituzionale della campagna referendaria. Secondo i dati riportati da alcune fonti, meno della metà degli elettori era a conoscenza dell’appuntamento.

Cresce intanto il dibattito sulla necessità di riformare la disciplina dei referendum abrogativi, con proposte che puntano all’abbassamento del quorum per rendere la consultazione uno strumento più efficace.

Perché è importante

Il referendum dell’8-9 giugno rappresenta l’ennesima occasione mancata per la partecipazione popolare su temi rilevanti. Il fallimento per scarsa affluenza conferma un trend di disaffezione verso questo strumento democratico, riaccendendo il dibattito sulle modalità con cui rendere i referendum più accessibili e incisivi.

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