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Economia

Bollette alte: perché paghiamo così tanto e cosa poteva fare Meloni

Le bollette sono un pensiero fisso per gli italiani. Nonostante i prezzi di luce e gas siano diminuiti rispetto ai picchi raggiunti durante la guerra in Ucraina, il costo delle bollette rimane molto più alto rispetto al periodo precedente alla crisi. Per esempio, il gas è ancora superiore dell’80% rispetto ai livelli pre-crisi. Questo, inevitabilmente, influisce anche sul prezzo della luce. Il governo Meloni ha cercato di rispondere a questi aumenti con il decreto bollette, che introduce nuovi bonus e sconti, ma le opposizioni e le associazioni dei consumatori ritengono che si potesse fare di più, anche ispirandosi alle misure adottate dal governo Draghi.

La domanda che sorge spontanea è: perché le bollette di luce e gas sono così elevate? I numeri parlano chiaro. Rispetto al periodo precedente alla guerra, i prezzi sono aumentati drasticamente. Ad esempio, l’indice Ttf della borsa di Amsterdam, che funge da riferimento per il mercato europeo, è passato da 6 centesimi a 45 centesimi per metro cubo. La luce, misurata dall’indice Pun, è passata da 6 centesimi a 14 centesimi. Nonostante un calo rispetto ai picchi estivi del 2022, i prezzi restano comunque molto più alti rispetto al passato. La ragione di questo aumento risiede nel fatto che sul mercato dell’energia, l’elettricità viene trattata come una merce, e ogni centrale elettrica offre la propria energia al prezzo necessario a coprire i costi di produzione. Quando la domanda supera l’offerta, entrano in gioco centrali più costose, come quelle a gas, il cui costo influisce inevitabilmente sul prezzo finale della bolletta.

Per cercare di alleviare il peso sulle famiglie italiane, il governo Meloni ha reintrodotto alcune misure già adottate dal governo Draghi, come la sospensione della voce “oneri di sistema”, che rappresenta circa l’11% del prezzo finale delle bollette. Ma questa misura è costosa: il governo Draghi aveva speso 2,5 miliardi di euro per soli tre mesi. Inoltre, il governo Meloni ha deciso di non ridurre l’Iva sulle bollette, una misura che sarebbe costata anch’essa molto. Attualmente, l’Iva sulla bolletta del gas è al 10% per i primi 480 metri cubi consumati, mentre per i consumi superiori l’aliquota sale al 22%.

Un’altra proposta avanzata da Elly Schlein, segretaria del PD, riguarda il “disaccoppiamento” del prezzo del gas da quello dell’energia elettrica, ovvero smettere di considerare il gas nel calcolo dei prezzi dell’elettricità. Questa soluzione, sebbene interessante, non è ancora chiara dal punto di vista pratico. Tuttavia, una ricerca condotta da esperti del settore ha mostrato che tecnicamente sarebbe possibile separare i due prezzi, creando una concorrenza tra le fonti di energia in modo tale da abbassare il prezzo finale. Sebbene questa proposta possa portare risparmi sui prezzi all’ingrosso, è necessario un cambiamento a livello europeo per farla funzionare a livello continentale.

In sintesi, nonostante gli interventi del governo, le bollette restano un problema significativo per le famiglie italiane. Mentre alcune soluzioni come il disaccoppiamento potrebbero ridurre i prezzi, serviranno ulteriori passi da fare a livello nazionale e europeo per affrontare efficacemente il problema.

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